l'ABC del rattaro

Ovvero, tutto quello che c'è da sapere quando si muovono i primi passi nel mondo rattaro! 

Il ratto fa per me?

Il ratto è un animale dalle molteplici qualità: è intelligente, affettuoso, capace di instaurare un profondo legame con il suo umano, offre interazione e compagnia, è stimolante.

Ha anche lati negativi: ha una vita media breve, è soggetto a problemi di salute, può risultare molto costoso.

Queste sono le due facce della medaglia e non trovo corretto parlare dei suoi pregi senza nominarne anche i difetti.

Chi si avvicina al mondo dei ratti spesso li ha scoperti tramite conoscenti o tramite video su youtube, ha come aspettativa l'idea del ratto-cane, il ratto che obbedisce a comando, impara gli esercizietti e ha col suo umano un rapporto simbiotico.

Ecco, iniziamo col dire che molti ratti possono corrispondere a questa aspettativa.. ma non tutti:

- un ratto ben allevato, equilibrato, socievole e dall'alta docilità corrisponderà in pieno

- un ratto indocile, impressionabile, non-equilibrato e che ha letteralmente paura dell'uomo, no

Sia ben chiaro, tutti i ratti meritano di essere amati.. ma fa differenza decidere di prendere un rattino e amarlo incondizionatamente anche se non vuole farsi toccare e ci evita come la peste.. e cercare un ratto da compagnia e trovarsi poi con un ratto fantasma che come ci vede arrivare si va a nascondere.. o peggio ancora..

Io trovo corretto porre l'accento su questi diversi scenari perchè comportano un tipo di rapporto completamente diverso e una persona, prima di adottare un ratto, dovrebbe innanzitutto chiedersi che cosa stà cercando.

e io.. sono adatto ai ratti?

Compreso che il ratto è l'animale che fa per noi, va capito se noi siamo adatti ad avere ratti.

 

Quel che occorre è innanzitutto INFORMARSI prima di portarlo a casa (ma se siete su questo sito e state leggendo questo.. siete già a cavallo! ^^).

Le sue esigenze sono poche ma fondamentali:
- compagnia dei propri simili

- gabbia di dimensioni adeguate (80x50x60h minimo per due ratti)

- alimentazione adatta ai ratti

- accessori nella gabbia per l'intrattenimento e la stimolazione fisica e mentale

- tempo da dedicargli per giocare e  interagire

- un buon vet per esotici 

 

Senza uno di questi fattori, scartate l'idea di avere ratti.. un ratto senza compagnia, in una gabbia di dimensioni ridotte, senza stimolazione, senza interazione, senza un'alimentazione adeguata e un vet preparato.. quel poco che ha da vivere lo vivrebbe pure male.

 

Per essere dei buoni rattari occorre dedicare tempo e attenzioni ai propri ratti, sono animali che ricambiano immensamente ciò che ricevono ma allo stesso tempo, essendo spesso cagionevoli di salute, richiedono impegno da parte nostra per garantire loro quanto più benessere possibile, ed a volte richiedono spese ingenti per supportare operazioni e terapie per ridar loro salute, questo è da mettere in conto in partenza, le urgenze sono care.

 



Come scegliere

Confermato che siamo adatti ad avere ratti e il ratto è l'animale che vogliamo, ci troviamo di fronte un ratto da portare a casa: cosa valutare?

Pelo: deve essere lucido, compatto, dall'aspetto sano e senza segni di parassiti (croste, aree senza pelo, pelo opaco o dall'aspetto sporco, presenza di parassiti o lendini di pidocchi)

Occhi: ben aperti, luminosi, puliti, senza traccia di scolo, porfirina, arrossamenti, croste o peggio ancora pus e sintomi di infezioni evidenti.

Naso: pulito, asciutto, senza scolo e porfirina.

Orecchie: senza croste o bordi rovinati.

Corpo: sodo, compatto, non troppo magro nè dall'aspetto gonfio, privo di croste o ferite.

Aspetto generale: il ratto deve essere vigile, reattivo, non deve starnutire, non deve avere atteggiamenti eccessivamente paurosi o peggio aggressivi, non deve risultare letargico o insofferente, valutiamo le feci, che siano compatte e di colore scuro, la zona ano-genitale non deve presentare scoli o perdite.

Quando il ratto presenta sintomi di malessere significa che le sue condizioni sono già gravi.

 


Cucciolo o Adulto?

Nella quasi totalità dei casi, viene scelto il cucciolo. 

Per una questione di età, di abituazione, perchè la sua capacità di adattamento è maggiore e perchè è l'età in cui viene separato da mamma e fratelli e può quindi essere trasferito in altri ambienti e contesti.

 

L'adulto rappresenta l'eccezione, viene da privati che non possono più occuparsene, da recuperi o "salvataggi" da pasto o da negozio, da laboratori.

Ovviamente come è vissuto influenza anche il suo comportamento e quello che può essere l'impegno da parte nostra nel creare un buon rapporto con lui. Non necessariamente un ratto vissuto in condizioni "non ideali" sarà un ratto scontroso o impaurito, certamente occorre pazienza ed empatia per conoscerlo e farci conoscere, ma lo stesso discorso vale per i cuccioli.

 

Il ratto è un animale intelligente, se corrispondiamo alle sue esigenze con dolcezza e gentilezza capisce presto che possiamo essergli amici. 

Quale scegliere?

Il fatidico quesito: maschio o femmina?

Va premesso che nel ratto c'è una spiccata differenza tra i due sessi.. che spesso viene però azzerata dall'individualità del singolo soggetto.

 

Il maschio è generalmente di taglia più grande (dai 4-8 etti in media, in soggetti obesi anche oltre).

Da cucciolo è vivace e giocherellone come la femmina, una volta raggiunta la maturità tende ad essere più pigro e meno attivo.

Essendo più pigro e meno attivo, spesso si dice che sia "più affettuoso", semplicemente ama di più poltrire e stare fermo a prendersi coccole.

Può avere la tendenza a marcare.

Il maschio vive benissimo con altri ratti maschi, anzi, instaura rapporti incredibilmente profondi con i membri della sua colonia.

Se non è stato ben allevato, però, può avere problemi ormonali dati dall'eccessiva produzione di testosterone, ciò comporta aggressività e litigi e una necessaria operazione di castrazione per risolvere il problema. Questa condizione è ereditaria, quindi va posta attenzione nella scelta del maschio in caso non abbia selezione alle spalle o origine incerta, perchè purtroppo è ancora troppo frequente in Italia.

La femmina ha una taglia più contenuta, è decisamente più vivace ed è sempre in attività.

Ama arredare a proprio modo il suo habitat.

Non è meno affettuosa del maschio, semplicemente non fa parte della sua natura stare ferma a prendere coccole..ha sempre da fare, esplorare, avventurarsi.

Può avere la tendenza a marcare, tanto quanto un maschio.

Ha una maggiore incidenza di sviluppo di tumore mammario, specie in età avanzata.

Detto questo, dico anche il contrario!

Come premesso, queste sono le differenze che comunemente si riscontrano tra maschio e femmina, tuttavia ci sono maschi di taglia piccola, femmine di taglia grande, maschi iper-attivi e femmine pantofolaie..

ad esclusione dei problemi legati alla produzione di ormoni, tutto il resto che comprende il comportamento, l'indole e la personalità di un ratto rientra nell'individualità unica e specifica di quel ratto, non sono fatti con lo stampo, anzi, ognuno è un mondo a sè, quindi quanto riportato poco sopra è tanto vero quanto è vero il suo contrario.



E ora? Dove trovo il ratto per me?

La Situazione in Italia

La situazione italiana concernente il ratto da compagnia è arretrata rispetto agli standard esteri.

Dico questo riferendomi alla qualità dell'allevamento che viene portato avanti, incentrato più su colori e varietà che sulla qualità dei soggetti riprodotti, poca attenzione al carattere, ancora meno per la salute.

La quasi totalità dei ratti in Italia proviene da ratti da pasto, magari presi in fiera dai vasconi degli espositori stranieri, con colori particolari e tipologie di pelo diverse, poi riprodotti in stretta parentela per aumentare il numero delle disponibilità da offrire al mercato italiano.

E' stato così all'inizio.. e si è proseguito in questo senso, senza che l'allevamento evolvesse o si imponesse programmi di selezione mirati a migliorare le linee presenti in Italia.

Attualmente in Italia ciò che differenzia un ratto allevato da compagnia da un ratto allevato da pasto è in sostanza il modo in cui sono stati allevati: l'ambiente, la manipolazione, l'alimentazione, i genitori.

La salute è e rimane un problema concreto e presente, perchè ben poca selezione è stata avviata per escludere determinate patologie, nè mai si è evidenziato i problemi nelle linee in riproduzione, quasi a voler dare l'idea che il ratto è un animale facile, sanissimo, che non comporta eccessivo impegno e non ha bisogno di veterinario!

Chi conosce il ratto però.. sa che questo è una bella favola, priva di fondamento.

Dunque nella scelta del ratto da adottare si pongono due alternative, fondamentalmente:

il ratto allevato da compagnia e il ratto allevato da pasto.

 

il ratto allevato da compagnia

Possiamo definire tale il ratto che viene allevato a stretto contatto con l'uomo, manipolato e abituato al contatto, la cui alimentazione sia stata seguita e l'ambiente in cui è cresciuto sia stato adeguato e arricchito per stimolare la sua crescita e il suo benessere psicofisico.

 

A me però non basta.

Per definire un ratto da compagnia tale dovrebbe avere alle spalle un processo di selezione che ha portato a preferire nella riproduzione i soggetti più equilibrati e caratterialmente stabili, che abbiano dimostrato una salute solida e consolidata nel tempo, i genitori, come i nonni, come i bisnonni, come gli zii, i fratelli e le sorelle.

Questo comporta una conoscenza diretta e approfondita dei ratti che si sono allevati, una selezione mirata e soggetti nati "migliori" di quelli riprodotti.

Questo comporta molto molto sbattimento, a cui ben pochi si sottopongono..

 

I ratti definiti da compagnia che si trovano in Italia nascono da allevatori e privati.

il ratto allevato da pasto

I ratti allevati da pasto sono purtroppo una triste realtà. Vengono allevati per essere destinati come cibo per rettili, per rapaci, per mustelidi. 

Vengono detenuti in vasconi o rack, dove spesso non hanno nemmeno lo spazio per muoversi.

Vengono venduti nei negozi, nelle fiere e da chi alleva da pasto.

La maggior parte dei ratti che circola attualmente in Italia deriva da situazioni come queste.

Gli allevatori di ratti da pasto sono il primo produttore di ratti in Italia.

Spesso questi ratti sono ceduti malati, gravidi, parassitati, spesso a tutto questo non sopravvivono, altre volte ne portano i segni tutta la vita.

 

I ratti da pasto esisteranno sempre perchè quello del "bisogno di cibo" per determinati animali è un mercato che non si interromperà mai, dunque il ratto da pasto mal allevato, senza selezione di salute, carattere, longevità, magari già malato fin da cucciolo, ipostimolato, non abituato al contatto, sarà sempre disponibile in Italia!

 

 Se si cerca un rattino ben allevato e selezionato.. quello è arduo da trovare!

 



Gli Allevatori

C'è un'abissale differenza tra chi alleva e chi riproduce.

 

Chi alleva fa un lavoro di selezione a lungo termine per ottenere risultati migliorativi della qualità degli animali che alleva.

 

Chi riproduce mette insieme due soggetti, magari non nati da lui e di cui sa poco e nulla, ne cede l'intera cucciolata, e magari in seguito cede pure i genitori quando sono oltre l'età riproduttiva, o quando non tornano più utili agli scopi.

Chi "alleva" in questo modo per me non è un allevatore, può pure definirsi tale, ma non è oggettivamente così.

 

Un allevatore conosce i suoi soggetti, la storia della loro linea, la genealogia, i problemi di salute riscontrati, quanto hanno vissuto i parenti, ne sa valutare il carattere, sceglie di riprodurre i soggetti più sani e di più buon carattere, cede i ratti con scrupolo e attenzione, ci tiene a sapere di loro anche in seguito, non solo per una questione affettiva ma anche per monitorare il suo allevare nel tempo, tiene buona parte dei cuccioli nati per sè per valutare lo sviluppo della linea che stà portando avanti.

 

Chiunque si differisca da quanto scritto qui sopra è per me uno che riproduce animali, per i motivi sbagliati, nel modo sbagliato, a danno dell'animale che detiene e riproduce e di chi nasce.

 

Inutile dire quanto non sia da incentivare tale "allevamento", che nasce il più delle volte per far soldi facili o per "giocare a vedere cosa nasce se accoppio questo con quello"..

 

In Italia i soli Allevatori che tutelano il benessere del ratto e il suo allevamento etico e responsabile fanno parte del CNIRC - Club Nazionale Italiano del Ratto da Compagnia.

 

 

 

I Privati

Il privato è una persona che sceglie (o a cui capita..) di avere una cucciolata.

Ha pochi soggetti, che conosce bene e che segue con cura.

Se ha scelto di riprodurli avrà optato per i ratti a cui è più affezionato.

Se l'accoppiamento è avvenuto "per sbaglio" non è detto si siano accoppiati i suoi ratti "migliori".. ma solo quelli che han fatto i furbi!

In ogni caso i cuccioli saranno stati seguiti, manipolati, abituati al contatto.

Per quanto riguarda la socievolezza.. dipende dai genitori:

che tipo di selezione hanno avuto, che tipo di ratti sono, il solo abituare al contatto un rattino non ne fa con certezza assoluta un ottimo animale da compagnia, se i genitori non sono equilibrati o hanno una bassa docilità e fiducia nell'uomo è possibile che il rattino "assorba" tali caratteristiche, e allora possiamo trovare rattini che pur essendo nati in casa e abituati fin da subito alle coccole restano timidi e poco fiduciosi.

Il privato può avere molta esperienza come essere ai primi ratti.. o aver preso la ratta gravida in negozio ed essersi trovato con 13 ratti in più nel giro di 3 settimane..

In genere fa adottare i suoi rattini, non chiede compenso, più per la paura di trovarsi alla fine con più ratti di quelli che può gestire..

Anche se un privato non si definisce "allevatore" informatevi sulla storia del rattino che adottate da lui, da dove vengono i genitori, caratterialmente come sono, la loro salute, laddove è ovviamente possibile.

Se il privato sceglie di riprodurre i suoi soggetti ogni tanto.. solo per il gusto di avere qualche cucciolata e "godersi i cuccioli" che poi vengono totalmente o quasi ceduti, per me rientra nella definizione di "chi riproduce", non ha cucciolate con uno scopo, mette al mondo vite di cui non si farà carico, aumenta il numero di ratti che non hanno alcuna selezione alle spalle, nè fanno parte di un progetto selettivo, aumenta solo il numero di ratti che cercano casa..


Le Associazioni

In Italia operano diverse associazioni che recuperano/ricevono ratti ai quali successivamente trovano casa tramite adozione.

Alcune associazioni ricevono ratti che provengono dai laboratori, il cui periodo di sperimentazione/studio finisce e che verrebbero di conseguenza soppressi.

Questi ratti, in genere recuperati ad una certa quantità alla volta, hanno sempre vissuto in un ambiente diverso da quello domestico, non necessariamente hanno subito traumi o sono stati trattati male, sicuramente sono stati manipolati lo stretto necessario ai fini della sperimentazione, possono fidarsi o non fidarsi della mano dell'uomo e possono essere più resistenti alle malattie o più predisposti a sviluppare problemi di salute in base al ceppo di appartenenza ed allo studio per cui sono stati allevati.

Come per tutte le adozioni ci vuole pazienza, sono animali che da generazioni sono stati sottoposti ad una sola condizione di vita e possono incontrare difficoltà di adattamento.. ma essendo ratti ce la mettono sempre tutta e possono esserci soggetti più o meno docili, più o meno portati al contatto con l'uomo, vanno adottati sempre con la convinzione di fare del bene a loro, in primis, mantenendo le proprie aspettative attinenti alla realtà.

 

Altre associazioni recuperano i ratti dei privati che non li vogliono/possono più tenere, le cucciolate indesiderate e dagli allevamenti da pasto in chiusura.

Premettendo che un Allevatore Serio, che alleva selezionando carattere e salute, in caso il privato non possa più tenere il ratto adottato da lui lo riprende senza problemi in allevamento, tutti i ratti che circolano in Italia e "in cerca di casa" non sono nati in un allevamento serio, non hanno origini selezionate.

E' una cosa ovvia ma la ribadisco perchè ho notato confusione.

Sono ratti che provengono da negozio (dove sono venduti al 99% delle volte da pasto), oppure sono ratti figli della ratta presa in negozio, già incinta, e che ha partorito a casa di chi l'ha comprata pochi giorni dopo. 

Sono ratti che provengono da allevamenti da pasto, in precedenza presi dal privato e che poi cede all'associazione o direttamente presi dall'associazione quando l'allevamento da pasto è in chiusura e vuole disfarsi degli animali.

Sono ratti che provengono da allevamenti "da compagnia" per modo di dire, a cui il privato si rivolge convinto della serietà e competenza e poi scopre che l'animale da loro venduto non ha alcuna selezione o abituazione all'uomo e che è al pari se non peggio del ratto allevato da pasto (perchè del resto la loro selezione è la medesima), a volte vengono ceduti all'associazione giovani/adulti, a volte perchè problematici, a volte perchè la ratta appena presa arriva a casa già incinta.

Possono essere più o meno docili, più o meno propensi al contatto con l'uomo, possono essere più o meno equilibrati tra loro e con le persone, più o meno adattabili all'ambiente.. tutto dipende dalla natura del ratto poichè la selezione alle sue spalle è inesistente, è il frutto di una moltiplicazione che non tiene conto nè di carattere nè di salute, si può incontrare un ratto estremamente docile ed affettuoso come quello pavido che non amerà mai il contatto o peggio ratti con turbe comportamentali o problemi di salute importanti.

Trattandosi di animali "recuperati" la loro adozione va vista come un gesto di generosità nei loro confronti e le aspettative devono essere coerenti con la realtà, non si può pretendere da un ratto privo di alcuna selezione e proveniente (direttamente, dai genitori o dai nonni perchè questo riguarda TUTTI i ratti in Italia) dalle situazioni di peggior degrado e sfruttamento della vita senza alcun diritto nè riconoscimento di essa in quanto tale, le stesse qualità caratteriali e la stessa salute che ci si deve aspettare da un ratto allevato e selezionato da compagnia.

Ciò non toglie che possono esserci ottimi ratti anche privi di selezione (ci mancherebbe!) io parlo di aspettativa che deve tenere conto delle origini del ratto:

manipolarli e abituarli al contatto fin da piccoli non azzera la mancanza di selezione che hanno alle spalle, mancanza che può farsi notare fin da bebè, con la crescita o col raggiungimento della maturità.

Chi alleva seriamente seleziona i soggetti più docili per generazioni proprio perchè per avere ratti docili, sia da cuccioli che per tutto il corso della loro vita, non basta toccarli un pò quando sono nel nido.. ci vuole ben di più, altrimenti non esisterebbe l'Allevamento da Compagnia nel mondo.. e più in generale il concetto di selezione negli animali domestici per ottenere qualità caratteriali, comportamentali e fisiche specifiche, in questo caso che rendano l'animale FELICE di vivere accanto all'uomo.

 

E' bene e giusto adottare, ma va fatto consapevolmente.

Il ratto adottato, che venga da laboratorio o che abbia origini più o meno vicine all'allevamento da pasto (e in Italia, come ho detto, derivano tutti da lì), è un ratto che va adottato in piena coscienza e consapevolezza che potrebbe richiedere tempo per poter instaurare un rapporto, che potrebbe presentare problematiche di salute o comportamentali, che potrebbe richiedere esperienza e conoscenza che un neofita non può avere e quindi trovarsi in difficoltà.

 

Noi possiamo tenere qualsiasi ratto "da compagnia", ma non tutti i ratti SONO da compagnia.


Ok, ho trovato dove prenderli.. e ora.. QUANTI?

Abbiamo detto:  mai da solo! E quindi il numero minimo di ratti è 2, ma il numero "ideale"?

Per esperienza, per logica, per "requisiti minimi standard" (gabbia-spazio-tempo-cure), per cominciare nel mondo dei ratti..

è 3, e ve lo spiego:

- Se i ratti sono soltanto due, per qualsiasi motivo si debba separarne uno.. l'altro resta solo.

- Se dovesse venirne a mancare uno.. l'altro resta solo.

- Se un soggetto dovesse essere più dominante dell'altro.. quello più sottomesso riceverebbe fin troppe "attenzioni", che un terzo membro della colonia permetterebbe invece di mitigare.

- In una gabbia destinata a 2 ratti ci stà tranquillamente un terzo (ovviamente parliamo di una gabbia ampia ed adeguata).

- Cura e gestione differiscono di poco da 2 a 3.. ma per i ratti è decisamente più equilibrata ed armoniosa una colonia di 3 soggetti piuttosto che di 2.

A dirla bene tutta.. più la colonia numerosa e più i ratti sono felici, colonie da 5 o più soggetti sono più equilibrate che colonie meno numerose, questo perchè è nella natura del ratto trovare equilibrio "in mezzo a tanti".

La colonia numerosa però non è consigliata per tutti, innanzitutto richiede uno spazio non indifferente, spazio non solo abitabile ma spazio anche "aggiuntivo" nel caso si debba separare i ratti per motivi di salute (quindi più gabbie e fauna oltre alla gabbia "comune").

Un altro motivo per cui non è consigliata a tutti è il fattore economico, più ratti significa più spese di manutenzione ma anche più spese veterinarie e in farmaci nel momento in cui i ratti si ammalano o sviluppano tumori, ascessi ecc.ecc..

Se con 2/3 ratti la spesa è sostenibile.. iniziando a moltiplicare tale spesa del doppio o triplo cominciano le difficoltà!

Sicuramente sconsiglio a chi non ha esperienza con i ratti e incomincia il suo percorso con loro di prenderne più di 2/3, per cominciare.

Questo perchè so bene quanto all'inizio sembri tutto bello&facile, e ci sia una certa smania nel riempirsi di ratti (ci siamo passati tutti!), poi i rattini crescono, diventano ratti con esigenze proprie, magari sono cagionevoli di salute, e si finisce col capire di aver fatto il passo più lungo della gamba!

 

Per questo, alla prima esperienza, consiglio di cominciare con 3 soggetti, quando essi avranno una certa età.. o non ci saranno più, si tireranno le somme e si valuterà se pensare "più in grande" o mantenere il medesimo numero anche per le successive adozioni.

 


L'avventura ha inizio!

Consigli per iniziare bene

 

Vieni a casa con me!

E' giunto il momento di portarli a casa con voi, verso una nuova vita.

Ciò che serve è:

- un trasportino sicuro

- materiale per foderare il trasportino

- uno spicchio di mela per dissetare i rattini e intrattenerli

 

Il trasportino dovrà essere confortevole, garantire sufficiente privacy, essere sufficientemente ampio per contenere i rattini ma non eccessivamente grande per non stressarli e spaventarli.

Foderare il trasportino con materiale assorbente e copertine in modo che possano nascondersi e trovare rifugio per sentirsi più al sicuro.

Nel caso le temperature esterne siano fredde è bene coprire il trasportino anche esternamente con un panno o infilarlo in un'ampia borsa.

 

Il viaggio dovrebbe essere quanto più breve e tranquillo possibile, evitando rumori forti, scossoni e sballottamenti, cambi repentini di clima (molto pericolosi per la salute dei rattini).

 

Capita che sotto stress e sottoposti a situazioni nuove i ratti possano fare feci piuttosto maleodoranti e non propriamente formate.

Mio consiglio spassionato è di offrire una lettiera in carta che possa essere facilmente rimossa e sostituita per mantenere pulito il trasportino e i ratti (portiamoci appresso anche un sacchetto dove mettere la carta sporca, di modo da poterla buttare).

 

Lo spicchietto di mela sopperirà perfettamente alla difficoltà di infilare un beverino nel trasportino, dando la possibilità ai rattini di ""abbeverarsi" e al tempo stesso di occuparsi il tempo in modo positivo.

Anche altro cibo può essere inserito nel trasportino, ma non eccederei con l'alimento fresco o deteriorerebbe in fretta senza essere consumato.

 

Evitate di aprire il trasportino in ambiente non sicuro, caotico, trafficato.

Attenetevi al buon senso e considerate sempre che sono cuccioli per cui tutto è nuovo, anche voi, quindi abbiate considerazione.

 

Accudire i rattini nella loro nuova casa:

le cose da fare

Quando i rattini raggiungono la loro nuova casa, la separazione dai fratellini e dalla mamma, dall'ambiente in cui sono cresciuti, il viaggio, una situazione nuova, sono tutte cose che possono stressarli molto.


Cosa possiamo fare per aiutarli in questo passaggio così delicato ed importante?
Innanzitutto, una volta arrivati nella nuova casa, hanno bisogno di essere lasciati tranquilli ma non abbandonati o isolati, una stanza scarsamente luminosa e trafficata sarà adatta.
Dipenderà molto dalla loro reazione iniziale, se si dimostreranno più o meno spaesati, in ogni caso evitare di disturbarli eccessivamente e "stargli addosso" li aiuterà a metabolizzare il grande cambiamento più facilmente.

 

L'alloggio iniziale è bene che sia di dimensioni ridotte e "intimo";

una gabbia ampia, aperta e spaziosa potrebbe intimorirli e inibire il loro processo di adattamento, trovando più confortevole restare magari dentro una casetta (appunto, un luogo piccolo, chiuso, intimo) senza volerne uscire.

Aiutarli e render loro le cose più facili è il primo passo per instaurare un rapporto di fiducia e di affetto.

 

 

Io consiglio un fauna di dimensioni contenute (o in alternativa un trasportino grande, tipo da gatto), per i primi momenti andrà benissimo e verrà prontamente sostituito dalla gabbia non appena i rattini si sentiranno più a loro agio.

Può essere arredato con alcuni giochi, giacigli e tane, possiamo utilizzare qualcosa che abbia il nostro odore da offrire ai rattini come nido.

Il fauna ha inoltre come comodità la possibilità di "buttare dentro" le mani e quindi offrire ai rattini un contatto che possono gestire a piacere (lasciare che siano i rattini ad avvicinarsi, a cercare il contatto, a mordicchiare le dita e voler salire arrampicandosi) e di poterlo spostare tenendoselo quindi più vicino e aiutando il rattino ad abituarsi a rumori e movimenti sentendosi più sicuro.

 

Offrire ai rattini cibo buono, appetitoso e gradito è un altro ottimo modo per abituarli alla vostra presenza associando qualcosa di positivo al vostro arrivo e alle vostre interazioni con loro.

 

Tenerli addosso, in braccio, sulla spalla, in una manica, crea maggior affiatamento e rinforza il legame tra voi.

I cuccioli che cedo sono già abituatissimi al contatto con le persone.. ora dovrete abituarli a voi, al vostro ambiente e creare con loro un rapporto costruttivo.. ;)

 

 

le cose da non fare

- Non esponeteli fin da subito a troppe situazioni nuove, troppi ambienti, troppi rumori, troppe persone o animali.

 

- Date loro il tempo di ambientarsi ma non sparite per giorni, hanno bisogno di sapere che voi ci siete e che vi prendete cura di loro.

 

- Non pretendete fin da subito che stiano in spalla, o che corrano ovunque, esplorino e giochino, ogni rattino ha i propri tempi, assecondateli.

 

- Non portate il rattino all'esterno, non fidatevi. GUAI.

Un rumore o un movimento potrebbe spaventarlo e farlo scappare via.

I ratti si portano all'esterno solo e assolutamente solo quando c'è un rapporto di fiducia tra voi e vi considerano il loro punto di riferimento.

 

- Non forzatelo ad esplorare, piuttosto invitatelo creando ambienti adatti come un playpen ricco di giochi.

 

- Nelle interazioni tra loro, i rattini possono giocare in modo anche piuttosto fisico e irruento, non è necessario intervenire perchè stanno solo giocando ed esercitando una forma di comunicazione necessaria ad una corretta crescita ed a formare un corretto equilibrio tra loro. L'intervento umano può snaturare tale equilibrio e fare danni irrecuperabili.

 

- Il rattino, come un cucciolo di cane, tende ad usare la bocca per assaggiare materiali, cose e anche le dita umane. 

Non significa che morde, significa che tocca, è un comportamento che man mano che cresce va scemando, non va "corretto" o sgridato, non è un morso da aggressività, si tratta di un comportamento naturale del cucciolo.

 

- Non rivolgetevi al rattino urlando o facendo movimento bruschi, avvicinatelo sempre con gentilezza e calma, deve potersi fidare di voi, non temervi o impressionarsi.

 

Stiamo crescendo..

Durante i primi mesi di vita, il rattino da cucciolo diventa un giovane adolescente ed infine un adulto. Questi importanti cambiamenti avvengono in pochi ma preziosi mesi, mesi in cui il "suo io", la sua personalità, la sua capacità di comunicare, integrarsi in un gruppo, esprimere sè stesso e trovare un equilibrio con tutto ciò che lo circonda vengono affinati.

 

Sono i mesi in cui i giochi del cucciolo diventano "una cosa seria", volti a stabilire gerarchie e ruoli all'interno della colonia.

Anche in presenza di pianti di uno o di comportamenti "forti" dell'altro non vi dovete impressionare, rientra nella normale fase della vita di un ratto, in cui si determina come individuo appartenente ad un gruppo, ad una società.

Ciò avviene nelle femmine come nei maschi.

 

Spesso le persone si allarmano credendo che i ratti stiano litigando, in realtà stanno "discutendo" ed è una cosa che appartiene alla loro natura, nulla di cui preoccuparsi.

Se i ratti litigano veramente, non ci si può sbagliare perchè si tratta di un'aggressività ed un'intolleranza che non può essere ignorata nè confusa con semplice scaramuccia o dominanza.

 

Il consiglio che io dò in caso di soggetti che cercano di trovare il loro equilibrio e il loro reciproco ruolo attraverso rituali di dominanza e qualche baruffa.. è di lasciare che i ratti trovino la loro quadra, intervenire non serve e anzi, può disequilibrare gravemente il loro rapporto creando veri disastri, assolutamente gratuiti.

Se non volano morsi e alla fine della zuffa tornano a dormire insieme, non è un litigio ma un determinare chi comanda, e in questo sono i ratti a doversela gestire, l'umano resta a monitorare che vada tutto bene. 

 

La vostra presenza e come intervenite su di loro può aiutare certe situazioni così come può complicarle all'inverosimile, con gli animali occorre empatia evitando però di umanizzarli, perchè a capirsi tra animali.. sono più bravi loro! ☺ 


Ed ora che è a casa, si tocca con mano..

Vivere con Lui

Che cosa comporta vivere materialmente con un ratto?

Ovvero.. quanto influenza la sua presenza nella nostra vita di tutti i giorni?

In questa sezione parlerò della vita da rattaro per quanto riguarda la condivisione dello stesso ambiente, cosa che può essere spesso sottovalutata e che poi porta alcuni a cedere i propri ratti dopo pochi mesi, "perchè non sapevano o non si aspettavano" determinate cose.. e io qui ve le spiego! ;) tiè!


Inizierei dalle note dolenti.. i problemi terra-terra che ogni rattaro si trova a fronteggiare nel quotidiano vivere coi coduti.

Lo Sporco

Indubbiamente ci sono animali che sporcano di più, animali che non sanno usare la lettiera.. ma ammettiamolo candidamente: il ratto sporca!

Del resto è normale, metabolismo veloce, spuntini e sgranocchiamenti frequenti di giorno e di notte.. l'intestino è sempre in attività!

Di bello c'è che con un pò di impegno si può insegnare ad un ratto ad usare la lettiera.. ed ecco che lo sporco viene "contenuto" in zone adibite della gabbia.. con evidente comodità per chi tiene pulito.. :)

Ma appunto di questo si tratta: la frequenza della pulizia.

Molti cedono i propri ratti perchè una volta divenuti adulti si trovano in difficoltà nel "reggere" i loro ritmi di sporco..

spesso queste persone hanno preso, in effetti, più ratti di quelli che potevano ben gestire.. solo che lo hanno imparato dopo, quando i ratti sono diventati adulti e hanno iniziato a sporcare da adulti.. tutt'altra storia di quando erano piccini, inodore e tanto pucciosi.

 

Dunque valutiamo prima.

Valutiamo prima quanto tempo vogliamo dedicare alle pulizie dei nostri ratti, perchè se vivono con noi, a stretto contatto, l'ideale è rimuovere le feci ogni giorno, e passare un panno per pulire le eventuali pipì fatte in giro..

ogni giorno, che se ne abbia voglia o meno.. che se ne abbia tempo o meno..

 

Chiaro che il numero di ratti ha conseguenze dirette sulla "quantità" di sporco da gestire!

 

Ratti abituati alla lettiera faciliteranno il lavoro, ma non tutti sono così bravi e precisi..

E' dunque consigliabile, nella scelta della gabbia, optare per quelle dimore che abbiano gli sportelli quanto più grandi e comodi possibili, per poter rimuovere lo sporco e accedere a tutti gli angoli della gabbia senza difficoltà.

L'Odore

Il ratto profuma! No, non scherzo, il ratto ha un odore naturale piacevolissimo..

Quello che lo frega (e ci frega!) è che tende e camuffare tale odore con odori ben meno piacevoli, urina in particolare, poichè come tutti sappiamo gli animali comunicano in particolar modo con gli odori.. e i ratti non sono da meno, come animali di colonia tendono ad assumere per loro natura l'odore della colonia stessa.. caratterizzata dalle deiezioni che marcano e delimitano il loro territorio.

 

Dunque un ratto puzza?

bhè, non proprio, innanzitutto ci sono alcuni fattori da valutare:

- è abituato ad usare la lettiera?

- ha un'alimentazione adeguata e bilanciata?

- le sue tane e le cucce ogni quanto vengono cambiate?

- la sua gabbia è adeguata al numero di ratti che ospita?

Un ratto abituato ad usare la lettiera faciliterà le pulizie giornaliere e manterrà una gabbia più pulita, cosa che ovviamente riduce l'odore.

Anche l'alimentazione gioca il suo ruolo!

Se date ai vostri ratti cibi inadatti le loro feci saranno di conseguenza maleodoranti.

Per i ratti che tendono a sporcare e marcare le cucce e le tane ci sono solo due soluzioni: o si cambiano spesso o si mettono tane lavabili che non si impregnino di urina e altro.

Anche il numero di ratti ospitati in una gabbia influenza le condizioni igieniche generali, vien da sè che più ratti ci sono e più lo sporco aumenta, la gabbia deve quindi essere adeguata e volentieri anche più grande di quello che dovrebbe essere.

Non dimentichiamo che i ratti tendono a stare tutti nello stesso posto contemporaneamente ed è quindi necessario considerare che seppur di una gabbia grande dispongono.. alla fine saranno i punti clou a subire le maggiori attenzioni.. in tutti i sensi..

Il Rumore

Premessa importante:

i ratti sono animali crepuscolari, prediligono per le loro attività le ore serali e notturne, di giorno volentieri dormono o comunque hanno un'attività ridotta.

 

Detto questo, vien da sè che possiamo aspettarci dai nostri ratti pace e calma di giorno.. e "scatenate l'infernooooo!!!!" di sera e di notte! :)

 

Molte persone tengono i ratti in camera da letto, e ritengo questo fattore non sottovalutabile.

Le attività dei ratti possono essere molto rumorose, dal semplice giocare tra loro, il rosicchiare il cibo, il bere dal beverino, capitano a volte piccole zuffe.. che si buttino dai ripiani.. che lancino a terra cose.. che scavino.. che strappino carta.. che.. insomma.. tante cose! @__@

 

Chi ha il sonno leggero potrebbe trovarsi in difficoltà così come chi ha accanto alla propria stanza persone che potrebbero non gradire tanta attività nelle ore del giusto riposo..

 

Una soluzione può essere quella di spostare la gabbia durante la notte, se proprio il sonno è impossibile, anche se io a quel punto consiglierei di trovare nuova sistemazione alla gabbia che sia definitiva e vada bene sempre, a qualsiasi orario.

I ratti senz'altro apprezzano di non essere spostati come pacchetti due volte al giorno.

 



e dopo le note dolenti.. ci vuole un tocco di dolcezza ♥

Ma voi lo sapete perchè un ratto è speciale?

E io ve lo spiego! :)