Mai da solo!

Il ratto nasce consapevole di far parte di un gruppo.

E' insito nel suo dna, è la sua natura.

Il ratto si identifica con la sua colonia, un ratto E' la sua colonia, ne vive i ritmi, gli andamenti, gli umori, ogni attività, ogni risorsa, è il suo mondo.

Il mondo di un ratto sono i suoi compagni ratti.

Questo è un concetto molto semplice.. ma che spesso si vede negare per ignoranza ed egoismo.

Se si vuole prendere un ratto.. allora significa che si vogliono prendere ALMENO DUE ratti.

(ma pure tre sarebbe meglio)

Prendere un ratto per farlo vivere solo comporta condannarlo ad una vita a metà.. dove lui potrà essere ed esprimere solo la metà di quello che è, in perenne carenza e mancanza di ciò che è il suo più necessario bisogno:

la compagnia di un altro ratto.

L'idea che la compagnia umana compensi l'assenza di altri ratti è semplicemente ridicola..

basta guardarsi allo specchio.. siete forse ratti? <_<

Ecco.. non c'è altro da aggiungere.

Non importa quanto lo vorrete lasciare libero durante il giorno

quanto lo potrete tenere con voi

quanto tempo potrete dedicargli

non importa.. perchè non siete un ratto

e il rapporto, per quanto buono, che potrà avere con voi non sarà mai quello che avrebbe con un suo simile

punto.

Non c'è nulla che giustifichi lo snaturare un essere vivente per il proprio tornaconto.. per certo, un ratto che vive in compagnia di suoi simili è un ratto che vive rispettando la sua natura..

Una colonia numerosa rappresenta maggior equilibrio rispetto a gruppi dal numero ridotto di soggetti.

 

Ma il mio ratto vuol stare da solo.. lo ha scelto lui! è felice così!

 

ecco.. pure questa non si può sentire! =_=°

I ratti non scelgono di andare contro la loro natura.. è l'uomo che li porta a snaturarsi..

ecco qualche esempio tra i più comuni..

 

- pessima selezione, che ha incentivato caratteri squilibrati e ratti ormonalmente disturbati, incapaci di relazionarsi tra loro

- pessima valutazione di acquisto/adozione:

"ne prendo uno ora.. più avanti ne prenderò un altro.."

ok.. ve lo spiego così:

Quanto dura l'infanzia/adolescenza di un ratto?

pochi.. pochissimi mesi.. e in quei pochi mesi il suo percorso da bebè ad adulto è in accelerata..

mentre voi ve la prendete comoda pensando se prendergli un compagnuccio oppure no.. lui diventa adulto.. e perderà ogni interesse a voler avere compagnia rattosa perchè è diventato grande senza..

oppure non saprà instaurare rapporti normali ed equilibrati perchè non ha mai imparato ad interagire con i suoi simili.

Che grave gravissimo torto gli è stato fatto!!! è__é

- pessimo inserimento:

l'inserimento tra cuccioli non presenta particolare difficoltà, entro i 3-4 mesi d'età i ratti hanno alta tollerabilità e non stabiliscono gerarchie "serie", è ancora tutto un gioco e nuovi membri sono ben accetti.

l'inserimento tra ratti adulti, invece, va affrontato in maniera graduale, senza bruciare le tappe e rispettando i tempi di ambo le parti.

Occorre pazienza, saper valutare le reazioni e darsi tempo per creare un nuovo equilibrio ed una nuova colonia.

I ratti hanno ognuno il proprio carattere.. e vien da sè che ci sono quelli più compatibili tra loro.. e quelli che lo sono meno.

mettere insieme ratti che sono caratterialmente incompatibili (ad esempio due soggetti fortemente dominanti) non è semplice, può essere necessaria la sterilizzazione di uno o ambo i soggetti.

inserimento di cucciolo con soggetto adulto troppo dominante.

impossibilità del cucciolo nel relazionarsi serenamente.. che porterà probabilmente a problemi di convivenza una volta che il cucciolo sarà cresciuto.

inserimento che non è stato fatto con la giusta gradualità.. e i ratti si dimostrano ostili e territoriali per questo.

Quindi, se l'uomo non ci mette lo zampino, il ratto è un animale sociale e tale merita di rimanere!

Se le cose vengono fatte per bene (giusta selezione, giusta valutazione, giusto inserimento) avremo ratti che vivono felicemente insieme, serenamente, affiatati e legati da un sentimento profondo, vero e proprio affetto che arricchisce le loro vite e li aiuta nei momenti tranquilli come in quelli dove la malattia o i problemi si affacciano.. e tutto il supporto possibile è solo ben gradito! :)

 


L'inserimento con altri ratti

L'inserimento con altri ratti può essere un argomento spinoso.

Innanzitutto facciamo dei distinguo:

 

- l'inserimento tra ratti al di sotto dei tre mesi di età

 

- l'inserimento tra ratti al di sotto dei tre mesi di età con ratti adulti

 

- l'inserimento tra ratti adulti e ratti adulti

 

Inserimento tra cuccioli

E' l'inserimento più semplice.

I cuccioli non subiscono ancora l'ondata ormonale, dunque le loro interazioni sono basate sul gioco e sulla ritualizzazione della gerarchia, non ancora seria nè "ufficiale".

I cuccioli possono dimostrarsi piuttosto rudi nei loro giochi.. ma sempre di giochi si tratta, possono pigolare e piangere esageratamente proprio per inibire l'irruenza di un compagno "con la mano troppo pesante", il pianto serve a placare la foga dell'altro ed a dichiararsi innocui e sottomessi.

Non c'è dunque da preoccuparsi se li si sente baruffare e pigolare, l'importante è che poi giochino e dormano assieme armoniosamente.

 

Inserimento tra cuccioli e adulti

In questo caso molto dipende dall'adulto (o gruppo di adulti), dalla loro tolleranza, apertura ed equilibrio.

E' sempre consigliabile non inserire un singolo cucciolo in un gruppo di adulti: il cucciolo non avrebbe un compagno di giochi con cui sfogarsi e crescere (e vedrebbe il resto della colonia invecchiare e lasciarlo solo) e gli adulti sarebbero troppo concentrati sul nuovo arrivato, che subirebbe maggiori pressioni.

Per l'inserimento in un gruppo di adulti l'ideale è una coppia o meglio ancora un trio di cuccioli.

In questo modo, oltre ad essere più proporzionata la situazione, i giovani resterebbero una colonia sufficientemente numerosa anche nel momento in cui i vecchi non ci fossero più.

Il cucciolo al di sotto dei tre mesi di età inibisce la potenziale ostilità dell'adulto, man mano che l'età del cucciolo aumenta e diventa cucciolone-giovane adulto cambiano anche le reazioni da parte dell'adulto e la componente ormonale tende a complicare la situazione.

Molto dipende dal carattere e dalla personalità del ratto, tuttavia trovo "intorno all'anno d'età" il momento peggiore per fare nuovi inserimenti, è il picco massimo di ormone sia per femmine che per maschi, il momento clou di confronto gerarchico.

Con soggetti tranquilli e pacifici non ci sono problemi.. con soggetti maggiormente belligeranti può essere controproducente.

 

Inserimento tra adulti e adulti

Con i ratti adulti va sempre considerata la personalità e l'equilibrio dei soggetti.

Innanzitutto va chiesto se è necessario: ratti che vivono nelle loro colonie possono essere felicissimi con i loro compagni ma non riuscire ad accettarne altri.. se non è estremamente necessario sottoporli a questo cambiamento, io lo eviterei.

Ratti spaiati, senza colonia sono un altro discorso.

L'età fa molta differenza, soggetti anziani sono più "facili" da inserire che soggetti nel pieno della prestanza fisica.

Personalmente cerco di rispettare le colonie, non fare attacca-stacca di soggetti, non spostarli e non unire se non necessario.

Per i ratti anziani è una condizione che prima o poi si deve affrontare, dal momento che la loro colonia va sfoltendo e si rischia che restino soli, con i soggetti giovani invece, se vengono costruite le basi per una colonia stabile fin da quando sono cuccioli (numero, soggetti, armonia), non è un discorso che va necessariamente affrontato.

 

Come affrontare l'inserimento?

 

Innanzitutto, i soggetti appena arrivati devono fare quarantena in luogo lontano e separato dai ratti di casa, senza contatto diretto o indiretto di oggetti ed evitando di essere noi stessi a veicolare (odori e possibili patogeni) attraverso i vestiti e il nostro corpo.

(lavaggio delle mani, cambio d'abito, doccia tra un contatto di ratti e l'altro, rigorosa igiene e attenzione sono fondamentali)

 

Superato questo periodo, è necessario:

- individuare un luogo neutro della casa (per neutro si intende che nè i ratti di casa nè i nuovi vi siano mai stati)

- un luogo sicuro e circoscritto (una vasca da bagno foderata con asciugamano, un playpen, non consiglio letto o tavolo per il rischio di cadute in caso di spaventi)

- privo di nascondigli e sviluppato in piano

- non troppo grande ma nemmeno piccolo al punto che gli animali non possono evitarsi.

 

In caso di cuccioli li si può inserire un pò prima di modo che prendano maggiore confidenza, in caso gli adulti siano un gruppo numeroso è meglio inserirli un poco alla volta (stessa cosa vale se si vuole fare inserimento tra adulti e adulti).

E ora.. monitorare.

Monitorare le reazioni, se c'è nervosismo, se l'approccio è equilibrato o intollerante, se l'interazione è volta ad "esplorare" il nuovo ratto o a scacciarlo.

Non si può sapere come reagirà un ratto ad un nuovo arrivo fintanto che non se lo trova davanti, poichè ogni ratto ha la propria personalità ma non solo, instaura forti legami con i compagni di colonia e si immedesima con la colonia stessa, la sua apertura verso un nuovo membro.. cucciolo o adulto che sia.. è assolutamente soggettiva.

 

Rientra nel normale:

- squittii

- ribaltamenti

- annusate e grooming prepotente

- code che scodinzolano

- confronti eretti, fissi ed immobili

- fughe e rincorse che si smorzano in pochi attimi

 

NON rientra nel normale:

- ribaltamenti o muso infilato sotto alla ricerca dell'addome o dei genitali per mordere

- morsi e ferite

- fughe e rincorse estreme, che non si interrompono e anzi, degenerano

- messa all'angolo con forti pianti e non-inibizione dell'aggressività da parte dell'attaccante

- respiro affannato e sotto grande sforzo

- pelo irto, unto, postura che indica aggressività e intenzione all'attacco

 

Quando si inseriscono ratti va messo in conto che occorre più o meno tempo perchè tra loro si instauri equilibrio.

Quanto tempo dipende dai soggetti, spesso nel giro di pochi giorni già si vede un'accettazione reciproca.

In alcuni casi invece è necessario proseguire con gli incontri esterni e in territorio neutro fino al raggiungimento di un accordo tra le parti.

In caso di ratti maschi che manifestano aggressività ormonale è fortemente consigliata la sterilizzazione.

 

Ogni incontro deve avere la durata minima di 30 minuti, preferibile di più perchè il ratto può mantenere una soglia di stress di poco inferiore alla mezzora, passato questo lasso di tempo tende a rilassarsi maggiormente ed adattarsi alla situazione in cui si trova.

Le ore serali sono quelle di maggiore attività e sono quindi preferibili per gli incontri.

Tuttavia, specie se si rilevano attriti, è bene ripetere le sedute di incontro più volte al giorno, sempre per almeno più di mezzora.

Si può riscontrare differenza tra una seduta pomeridiana ed una serale, io consiglio, soprattutto per soggetti meno inclini ad accettare nuovi ratti, di approfittare del giorno.. momento in cui tendono ad essere meno attivi e più sonnacchiosi.. per incentivarli a dormire insieme (lo scambio di odori tra soggetti per i ratti è MOLTO importante)..

Questo "trucco" può agevolare il processo di accettazione.

Offrire ai ratti del cibo durante gli incontri può essere un modo per affiatarli, è bene però che il cibo sia in abbondanza e ben distribuito nell'ambiente per evitare possibili dissidi e rivalità.

Offrire anche giochi e oggetti con cui interagire è un buon modo per distrarli e al tempo stesso unirli in un'attività comune.

Sconsiglio tane, tubi e oggetti su cui possono sopraelevarsi significativamente, è bene che i ratti siano tutti allo stesso "livello" e ben "visibili" gli uni agli altri.

 

Quando è il momento di metterli assieme in gabbia?

Spesso vedo consigliare l'affiancare le gabbie "per uno scambio indiretto di odori".

Ecco, non fatelo. 

O si ignorano o l'impossibilità di interagire li rende maggiormente nervosi, intolleranti e poco inclini ad accettare le nuove presenze.

Peggio ancora non permettete ad un gruppo di ratti di orbitare o addirittura camminare e arrampicarsi sulla gabbia di un altro gruppo, mentre questo vi è dentro.

Evitate con cura questo tipo di interazione.

 

Gabbie ben distanti ma nella stessa stanza vanno benissimo.

C'è chi consiglia lo scambio degli oggetti delle rispettive gabbie, dipende da come reagiscono i ratti.. io non lo trovo particolarmente significativo.. stesso discorso vale per l'affiancamento delle gabbie, alcuni soggetti possono trovarlo fastidioso e reagire negativamente.

 

Quando gli inserimenti quotidiani saranno diventati armoniosi, sereni, senza ostilità, potremo pensare di inserire il nuovo gruppo in gabbia.

Non bisogna avere fretta ed è sempre meglio prendere tempo anzichè bruciare tappe (che rischiano di azzerare i progressi raggiunti fino a quel momento).

La gabbia "definitiva" deve essere ben pulita e disinfettata, privata degli odori precedenti (quindi qualsiasi coperta, amaca, pile, oggetto deve essere ben lavato, gli oggetti non lavabili, di legno o materiale che impregna l'odore è meglio toglierli).

Anche altezza e posizione dei ripiani, la composizione dell'arredamento, materiali e oggetti a disposizione dei ratti è bene che siano modificati.

Deve essere una gabbia "nuova" sia per i vecchi coinquilini che per i nuovi.

Inseriamo i ratti contemporaneamente, ora che si conoscono tutti.

E di nuovo.. monitorare.

Monitorare reazioni, comportamenti, interazioni.

Come detto sopra, quel che rientra nel normale e quel che NON rientra nel normale vale allo stesso modo anche nel momento dell'inserimento in gabbia.

Se si verificano attriti l'ideale è fare un passo indietro e proseguire con gli incontri esterni ancora per qualche tempo.

Se il gruppo si dimostra unito e coeso possiamo fidarci a lasciarlo nella gabbia, controllando che tutto proceda come deve.

Nel caso di scaramucce valutiamo sempre il contesto in cui avvengono, se si tratta di normale confronto gerarchico o se hanno natura di intolleranza e aggressività.

Superati i primi giorni di convivenza, di possibile confronto e stabilizzazione gerarchica, la nostra nuova colonia può dirsi formata.

Se invece i contrasti si accendono e aumentano, meglio fare un passo indietro e riprendere con gli incontri esterni e due gabbie separate.

 

Differenze tra maschi e femmine

(Ovviamente in questo caso parlo di adulti)

 

I maschi sono piuttosto diretti, devono stabilire chi comanda.

Non tutti i maschi sono interessati al confronto gerarchico, altri ne sono ossessionati.

In genere i maschi cercano da subito il confronto e in tempi brevi determinano se ci può essere una convivenza più o meno serena.

 

 

Le femmine sono meno facili.

Il loro comportamento può essere influenzato dagli ormoni, ogni 4-5 giorni vanno in calore quindi all'interno della colonia ci sono continui picchi e momenti di calma, picchi e momenti di calma.. può occorrere più tempo per manifestarsi intolleranza, e quando si manifesta può essere più aggressiva rispetto ai maschi.

Per contro, in colonie formate, armoniose e serene, è perfino difficile vedere confronti gerarchici veri e propri.

 

La colonia è sacra

Questo ultimo appunto è per me molto, molto importante.

La sacralità della colonia è per me alla base del mio amore per i ratti, quindi tendo ad insistere e sottolineare questo aspetto per amor loro, perchè lo ritengo doveroso.

 

TRATTATE BENE LE COLONIE

 

E' profondamente sbagliato pensare di prendere e aggiungere ratti ad una colonia secondo proprio piacimento.

Prendere un paio di ratti.. successivamente aggiungerne un altro quando i primi sono già cresciuti.. dopo qualche mese prenderne un altro ancora.. per soddisfare la voglia di cucciolo o di colore che manca.. o perchè si ritiene che la gabbia è abbastanza grande per farcene stare uno in più.

 

Abbiate rispetto per la colonia in cui i vostri ratti vivono.

 

Per far vivere armoniosamente i vostri ratti, per far avere loro una vita quanto più serena, felice, di benessere possibile, considerate questo:

la colonia è il loro equilibrio

scombinare e modificare questo equilibrio a proprio piacimento non è un bene per il ratto.

L'ideale per dare ai propri ratti una colonia armoniosa in cui vivere è procedere agli eventuali inserimenti quando i soggetti sono in un'età inferiore ai sei mesi.

Ancora cuccioli-cuccioloni, con un'età media che permette loro di crescere insieme, invecchiare insieme.

Io preferisco che siano fratelli ma fondamentale è che abbiano un'età compatibile con la fase di vita in cui si trovano.

Le dinamiche, i legami, le stabilizzazioni gerarchiche e tutto ciò che è il mondo di un ratto deve appartenergli fin dal suo sviluppo, non trovo corretto (e fidatevi, nemmeno i ratti) cambiar loro le carte in tavola quando hanno già impiegato tutta la vita che hanno vissuto fino a quel momento per stabilire chi sono, all'interno della colonia e nei confronti dei loro compagni.

Una colonia che di partenza è giovane e in un numero adeguato (superiore a tre, meglio oltre), garantisce armonia e serenità per tutta la durata della vita dei suoi membri, senza il bisogno a distanza di mesi di aggiunte ulteriori che ne alterano sempre gli equilibri e spesso a discapito dei più giovani (che finiscono con l'essere quelli meno tutelati, motivo per cui non cedo cuccioli singolarmente).


E con le altre specie, come si comporta?

In questa sezione voglio trattare le interazioni del ratto con gli altri animali.

Ho già parlato dell'importanza della compagnia tra ratti.. ma spesso leggo domande in riferimento alla possibilità di far convivere il ratto con altri animali.. di diverse specie.

 

Innanzitutto partiamo da un fatto indiscutibile:

 

 un ratto deve vivere con altri ratti

 

Non topi, criceti, conigli, cavie, degu, cincillà, no.. ratti e solo ratti.

 

Il motivo è molto semplice: il rispetto della natura di ogni singolo animale.

- Un ratto ha bisogno di vivere in un nucleo di ratti, una colonia, la sua natura chiede questo per rispettare il bisogno psico-fisico di interazione e socialità.

- Il ratto ha una sua alimentazione, di animale onnivoro.

- Ha bisogno di spazio e di un ambiente idoneo alle sue attività.

Tutte queste cose sono proprie del ratto e non di altre specie, solo per questi motivi, molto semplici, vien da sè che una convivenza con altre specie andrebbe a daneggiare o l'uno o l'altro.. ma di certo non corrisponderebbe al rispetto di ambo le parti.

 

E per quanto riguarda la tolleranza/comportamento verso altri animali?

 

Il ratto in natura è una preda ed un predatore.

 

Ciò implica che nei confronti di alcuni animali può prevalere il lato da preda.. per altri invece può scattare il lato predatorio.

I Mus musculus (topini da compagnia), i criceti, i Praomys, i topi spinosi, tutti i piccoli roditori possono diventare una preda per il ratto.

Questo mi sembra un motivo più che sufficiente per evitare l'interazione tra loro!

I casi in cui un ratto non ha predato topi con cui conviveva sono quei casi in cui al ratto era stata data come unica compagnia quella dei topi.. e crescendoci assieme aveva snaturato la sua natura da predatore per compensare la mancanza di compagnia rattosa "con quel che aveva".

Onestamente non so dire se nel lungo termine la convivenza sia stata rosea come quando il ratto era giovane.. perchè poi di suddetti casi non ne ho più sentito parlare (e ciò mi fa pensare solo al peggio).. 

Io, per amor di ratti e topi, lo sconsiglio vivamente!!!

 

E con animali più grossi, come cavie, conigli, cincillà?

Le reazioni possono essere fondamentalmente due:

o il ratto li ignora e viene ignorato

o c'è una sorta di intolleranza territoriale, da parte di uno o dell'altro o di entrambi, e quindi cercano di scacciarsi a vicenda, con la possibilità di procurare ferite e riceverne

Anche in questo caso non vedo il motivo di far approcciare questi animali tra loro dato che in nessun caso l'interazione porta beneficio o vantaggio, può invece essere pericolosa e dannosa.

 

E con cani e gatti?

Dipende! Dipende dai gatti, dipende dai cani, dipende dalle reazioni che ha il ratto nei loro confronti.

Non è raro vedere ratti che si relazionano con cani o gatti in modo molto armonioso.. così come non è raro che un ratto sia visto da un cane o un gatto come una preda da cacciare.

Come ho detto dipende, i miei gatti ad esempio provano repulsione per i ratti adulti.. ma sono fortemente interessati ai cuccioli che corrono qua e là..

indubbiamente la taglia è un fattore che per un gatto ha rilevanza.

Per come la vedo io.. anche in questo caso l'interazione non è necessaria.. e dove può comportare pericolo preferisco di gran lunga evitarla.

Se il ratto infastidito o spaventato mordesse un cane sul naso, per dire, la reazione del cane potrebbe essere letale per il ratto, io preferisco tutelare entrambi limitando la loro interazione al "vedo ma non si tocca".